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lunedì 27 maggio 2024

Juvecentus: 1970 - Settantaquattresima puntata


 

Sandro Salvadore

E' lo scambio dell'anno: Bruno Mora al Milan e Sandro Salvadore alla Juve, uomini importanti, da Nazionale, trasferimento da copertina. Mora, un'ala destra tutto scatti e finte non sarà particolarmente fortunato, i suoi sogni di gloria si infrangeranno contro il portiere del Bologna, Spalazzi: frattura di tibia e perone e carriera pressochè finita. Per Salvadore, invece, sempre così taciturno e dal carattere chiuso, quasi scartato dal Milan perchè ritenuto un doppione di Maldini, è l'inizio di una lunga storia, fatta di 330 presenze in campionato, di 14 gol, di grandissime soddisfazioni, di una fascia da capitano indossata per un'eternità e di un'eredità estremamente difficile. In lui convivono mille Juventus diverse: da quella proletaria di Heriberto fino a quella potente e vincente di Boniperti. E' Salvadore il collante ideale che tiene insieme le diverse anime di queste squadre così eterogenee. Quando decide di chiudere la carriera vuole prima assicurarsi di aver trovato un sostituto all'altezza: si bruciano in tanti, da Roveta a Zaniboni, a Mastropasqua, poi arriva Scirea, l'erede a lungo atteso.


LA "STORIA" DEL 1970

Il calcio italiano sta cambiando padroni? Dopo la Fiorentina è il momeno di vedere il Cagliari con lo scudetto cucito sulle maglie. Gigi Riva (simbolo incontrastato dell'intera regione, più dei quattro mori!), Cera, Domenghini, Nenè, Niccolai, mettono in fila la concorrenza senza possibilità di replica. E l'anno rossoblu è completato dalla Coppa Italia vinta dal Bologna. In Europa non combiniamo granchè (Gerd Muller Pallone d'Oro, olandesi e inglesi sugli scudi) ma ai Mondiali messicani la squadra azzurra ottiene un secondo posto di tutto rispetto dietro al Brasile magico di Pelè. Proprio in quella competizione si gioca la "madre di tutte le partite": Italia-Germania 4 a 3!

(Palla al Triso)

 

 



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