Cinque allenatori con importanti e spesso vincenti annate su panchine anche ricche di storia e blasone, condotti per mano dalla sapiente regìa di Gigi Poggio attraverso un percorso di indagine nelle proprie esperienze di lavoro, hanno dato vita a una serata di approfondimento sulle metodologie seguite nel rapporto quotidiano tra i calciatori e chi è chiamato a dirigerne il lavoro dalla panchina.
Una serata in cui parlare di calcio ma con l'obiettivo specifico di andarne ad analizzare le dinamiche comunicative. Come confrontarsi con lo spogliatoio? Come saper far comprendere la propria leadership senza imporla? Come motivare e stimolare nella maniera più produttiva i comportamenti dei ragazzi?
La risposta a queste domande era quanto si è proposto Gigi Di Filippo, deus ex machina di Fisionalysis Maedica, centro di medicina dello sport operativo ormai da anni in Alessandria che si occupa di corretto esercizio fisico e cura delle patologie di sportivi e non. E le risposte sono arrivate.
Partendo dalla riflessione proposta dallo stesso Di Filippo, che ha ricordato come da uno studio condotto attraverso le esperienze delle più importanti società calcistiche europee la maggior parte di infortuni sia causata, nell'ordine: dai carichi di lavoro, dallo stato di salute dell'atleta, dalla leadership dell'allenatore e dalla corretta comunicazione all'interno dei soggetti operativi in ambito societario, Roberto Adamo, Mattia Greco, Luca Pellegrini, Fabio Nobili e Alberto Merlo hanno proposto il proprio punto di vista sul come relazionarsi con lo spoglatoio.
Dalla capacità di saper distinguere le diverse problematiche personali; dalle oggettive differenze derivanti dai livelli di difficoltà delle varie categorie di appartenenza; dal diverso approccio comunicativo che debba intercorrere tra mister e società e mister e giocatori; dalla capacità di individuare le leadership che si creano all'interno del gruppo; dalla necessità di saper (e dover) comunicare con tutti i soggetti perchè ognuno può diventare importante; dalla consapevolezza che il giocatore non deve mai avere dubbi sul fatto che lo stesso mister creda fortemente in quanto propone; dalla capacità di saper individuare il momento in cui possa essere utile picchiare i pugni sul tavolo o invece quando far emergere le proprie emozioni al fine di creare la "chimica" giusta; dall'importanza di affrontare con serenità e determinazione il primo approccio, delinenando obiettivi, favorendo lo scattto della scintilla giusta, dando tranquillità e coscienza dei propri mezzi, dimostrando, semplicemente, chi realmente si è.
La società sta attraversando fasi "rivoluzionarie" di cambiamento e il calcio con essa. Cambiano situazioni e dinamiche: serate come questa fanno parte del percorso di crescita.
(Palla al Triso)