Lettori fissi

martedì 30 aprile 2024

Fisioanalysis: parlare di calcio. Con i protagonisti.

 


Cinque allenatori con importanti e spesso vincenti annate su panchine anche ricche di storia e blasone, condotti per mano dalla sapiente regìa di Gigi Poggio attraverso un percorso di indagine nelle proprie esperienze di lavoro, hanno dato vita a una serata di approfondimento sulle metodologie seguite nel rapporto quotidiano tra i calciatori e chi è chiamato a dirigerne il lavoro dalla panchina.

Una serata in cui parlare di calcio ma con l'obiettivo specifico di andarne ad analizzare le dinamiche comunicative. Come confrontarsi con lo spogliatoio? Come saper far comprendere la propria leadership senza imporla? Come motivare e stimolare nella maniera più produttiva i comportamenti dei ragazzi?

La risposta a queste domande era quanto si è proposto Gigi Di Filippo, deus ex machina di Fisionalysis Maedica, centro di medicina dello sport operativo ormai da anni in Alessandria che si occupa di corretto esercizio fisico e cura delle patologie di sportivi e non.  E le risposte sono arrivate.

Partendo dalla riflessione proposta dallo stesso Di Filippo, che ha ricordato come da uno studio condotto attraverso le esperienze delle più importanti società calcistiche europee la maggior parte di infortuni sia causata, nell'ordine: dai carichi di lavoro, dallo stato di salute dell'atleta, dalla leadership dell'allenatore e dalla corretta comunicazione all'interno dei soggetti operativi in ambito societario, Roberto Adamo, Mattia Greco, Luca Pellegrini, Fabio Nobili e Alberto Merlo hanno proposto il proprio punto di vista sul come relazionarsi con lo spoglatoio.

Dalla capacità di saper distinguere le diverse problematiche personali; dalle oggettive differenze derivanti dai livelli di difficoltà delle varie categorie di appartenenza; dal diverso approccio comunicativo che debba intercorrere tra mister e società e mister e giocatori; dalla capacità di individuare le leadership che si creano all'interno del gruppo; dalla necessità di saper (e dover) comunicare con tutti i soggetti perchè ognuno può diventare importante; dalla consapevolezza che il giocatore non deve mai avere dubbi sul fatto che lo stesso mister creda fortemente in quanto propone; dalla capacità di saper individuare il momento in cui possa essere utile picchiare i pugni sul tavolo o invece quando far emergere le proprie emozioni al fine di creare la "chimica" giusta; dall'importanza di affrontare con serenità e determinazione il primo approccio, delinenando obiettivi, favorendo lo scattto della scintilla giusta, dando tranquillità e coscienza dei propri mezzi, dimostrando, semplicemente, chi realmente si è. 

La società sta attraversando fasi "rivoluzionarie" di cambiamento e il calcio con essa. Cambiano situazioni e dinamiche: serate come questa fanno parte del percorso di crescita.

(Palla al Triso)

Genoa - Accademia Portieri: matrimonio riuscito!


 

Settantaquattro società affiliate in tutta Italia, una in Irlanda, un'altra addirittura di Toronto in Canada, ma una anche in Alessandria: l'Accademia Portieri, diretta da due "numeri Uno", Andrea Giacobbe e Corrado D'Ettorre. E' questa la mappa geografica su cui si dipana l'attività della Genoa Academy, che ormai da diversi mesi ha messo la bandierina della propria presenza anche sulla nostra città.

E da questa affiliazione è scaturita una collaborazione che porta i tecnici della società ligure a collaborare con i responsabili del gruppo alessandrino attraverso consulenze, partecipazione a incontri formativi e attività di aggiornamento sulle metodologie di allenamento dei portieri svolte direttamente sul campo.

Uno di questi incontri si è tenuto ieri sul campo della parrocchia di Via Monteverde, in Alessandria, sotto la guida del responsabile dell'Area Portieri del Genoa, Luca De Prà. Un momento di intenso impegno per i giovanissimi portieri e per alcuni allenatori che dedicano la loro attività specificatamente alla preparazione dei numeri uno. L'appuntamento si è diviso in due parti, la prima sul campo, nel corso della quale De Prà ha... fatto giocare i ragazzi (e ragazze) con esercizi divertenti ma soprattutto utilissimi per sviluppare alcune specificità del ruolo. Un unico imperativo si è imposto il mister genoano prima di dare il via all'attività: far divertire i ragazzi, ricordando sempre che si tratta di bambini e non uomini in miniatura!

La seconda parte, invece, si è tenuta in aula e il pubblico era rappresentato dai tecnici, ai quali sono state illustrate le metodologie e le tappe attraverso le quali i preparatori rossoblu sono chiamati a monitorare le fasi di crescita e di sviluppo dei ragazzi sottoposti alle loro cure. Accento posto sulla capacità di sviluppare ogni settore di potenziale crescita: tecnico, fisico, tattico e psicologico.

Due passaggi importanti sono stati messi in luce dal tecnico ligure: il radicale cambiamento vissuto dal ruolo ("già anni fa Gasperini... profetizzò che sarebbe arrivato il momento in cui i portieri sarebbero stati scelti per i piedi e non per le mani...") e l'altrettanto diverso approccio dei ragazzi verso l'impegno sportivo ("siamo di fronte a una generazione che, per mancanza di spazi e disponibilità, cresce con capacità motorie deficitarie...").

(Palla al Triso)

Juvecentus: 1943 - Quarantasettesima puntata

 


Giuseppe Meazza

Qualcuno potrebbe chiedersi: ma che ci fa il Balilla in una storia della Juve? A parte il fatto che uno come lui ha diritto di cittadinanza in qualsiasi contesto calcistico: dicono che sia stato il più grande di sempre, il calcio in persona. E poi, nella Juve ci gioca pure, quasi di sfuggita, ma dieci dei suoi 267 gol in Serie A li segna per Madama. E' il torneo '42-'43. Un campionato che si sa quando sia cominciato ma non si sa se arriverà mai alla fine, tra bollettini di guerra e bombardamenti. E' ancora grande, il Pepp, e riesce sempre a beffare i portieri con quel suo tipico chiamarli fuori dai pali per poi beffarli con dribbling irridenti. Di lui si raccontano centinaia di aneddoti, legati alla sua passione per le auto, per le buone dormite, per le belle donne. Si ricorda di quando calciò un rigore contro il Brasile con l'elastico dei pantaloncini rotto, oppure ci si chiede come faccia a correre con quel piede sinistro reso "sifulino" da un embolo che gli blocca la circolazione. Ma è il più grande.


LA "STORIA" DEL 1943

Le briciole vengono lasciate al laziale Piola, che si aggiudica la classifica cannonieri con 21 segnature, per il resto il Torino fa un sol boccone di tutti i titoli a disposizione. E' il primo "double" della storia del calcio di casa nostra, con campionato e coppa vinti dalla stessa squadra. Che è una super squadra, destinata, con ulteriori futuri inserimenti, a divenire imbattibile. Per ora bastano Grezar, Menti Loik, Gabetto, Mazzola, Ferraris II (e non è poco!) ma altri campioni sono sul punto di raggiungerli, per un imprevedibile appuntamento col destino. La Storia con la S maiuscola, intanto, segna le tappe di Katyn, dello sbarco in Sicilia, del Gran Sasso, di Cefalonia e di Cassibile.

(Palla al Triso)

 



 



lunedì 29 aprile 2024

Grigi: è finita! E' finita?


 

Dai, che almeno chiudiamo la nostra triste agonia con una vittoria di prestigio, proprio contro quel Vicenza che due anni fa ci respinse in quella C da cui eravamo da poco emersi. Macchè! Manco quest'ultima flebile gioia.

E ora? Dopo il doppio salto all'indietro in tre anni, il salto nel buio. Nel buio di un futuro che, nella migliore delle ipotesi, partirà (a oggi, ma la... provvidenza chissà che non porti altre sorprese negative) da un meno sei in Serie D. Con quale società? Con quale squadra? Con quali speranze e ambizioni?

Una cosa è certa: qualsiasi situazione il mondo grigio sia chiamato a vivere nella stagione 2024-25 non potrà essere peggiore di quanto successo nell'anno... di disgrazia appena concluso, vissuto allo sbando su tutti i fronti.

Voci (anche molto accreditate e credibili) assicurano della volontà di "rinascere" e di investire energie e capitali, altri spifferi (forse meno accreditati ma ugualmente credibili) mettono in guardia e dicono di prepararsi al peggio perchè le puntate di "Scherzi a parte" che si sono girate nei pressi e all'interno del Mocca in questi utimi anni disgraziati non sono ancora state tutte messe in onda.

Speriamo con tutto il cuore che la regìa non abbia in programma una nuova stagione!

(Palla al Triso)

Teodoro Lorenzo, dalla palla alla penna


 

Tutta una serie di... rimpalli. Tra Storia e storie, tra personaggi famosi e personaggi con... fame di vivere, tra gioie appena sfiorate e tristezze vissute fino in fondo, tra luoghi amati e angoli sconosciuti. Tutto permeato dalle passioni, dagli entusiasmi, dalle delusioni, dalle scoperte, dalle illusioni e dalle disillusioni di un ragazzino che, come tutti i ragazzini della sua età, si pone con curiosità, entusiasmo e, a volte, con timore faccia a faccia con la vita.

Un viaggio che Teodoro Lorenzo compie "visitando" i suoi territori: sia quelli fisici di Via Bogino, della Piazzetta, di Mirafiori, del campo Combi, dell'ospedale di Abbiategrasso; sia quelli umani, ricordando Fumarola, Anastasi, Pedrale, Facciolà e Paolo Pesante, idoli e affetti; senza tralasciare quelli storici, da Vittorio Emanuele a Cavour, da Garibaldi a Primo Levi, riuscendo alla perfezione a miscelarli in un insieme che diventa racconto piacevole, profondo, a tratti dolce, a tratti duro, proprio come, sempre e per tutti, si dipana il nastro della vita.

Teodoro, o Rino, come lo chiamavano gli amici della Piazzetta, dedica, come è giusto che sia, ampio spazio alla sua esperienza calcistica, nata quasi per caso e finita con una decisione ferma e irrevocabile quando ancora avrebbe potuto dire molto. I primi calci sulla piazzetta con gli amici, il provino alla Juve e l'affetto di Pedrale, gli incidenti che ne hanno rallentato l'ascesa e poi quella maglia grigia, entrata di prepotenza nel cuore.

Libero di classe e di sostanza nella nidiata "calleriana" dei Gregucci, degli Sgarbossa, dei Camolese, degli Scarrone, quel gruppo di giovani... sfacciati e impertinenti che i tifosi del Mocca amano ancora oggi, dopo tanti anni, di un amore dovuto solo a chi quella maglia l'hanno difesa, onorata, sudata senza risparmio di energie. E quel sentimento di rispetto profondo per il Mocca, lo stadio che gli scatenava emozioni forti e che ancora oggi ricorda e racconta con profondo affetto.

Un libro che si legge in un soffio ma che lascia tracce profonde e induce a riflettere su come un semplice... rimpallo possa cambiare i destini di una vita. 

Post scriptum: Ho sempre avuto una certezza consolidata quando venivo messo di fronte al dilemma: meglio Maradona o Pelé? Sempre fermamente schierato dalla parte del brasiliano. Per la prima volta, le tue profonde riflessioni, la tua lettura di fatti e situazioni, il tuo scavare nell'animo dell'uno e dell'altro, caro Teodoro, sono riuscite a mettere in crisi le mie convinzioni. Sempre Pelé, ma dopo aver letto il tuo libro ho iniziato a stimare molto di più El Pibe de Oro!

(Palla al Triso)

Juvecentus: 1942 - Quarantaseiesima puntata


 

Teobaldo Depetrini

Ti accorgi di lui fin dall'ingresso in campo dei giocatori, per quella complessione fisica tarchiata e robusta, per quella grinta che entusiasma e che sa trasferire ai compagni, per quell'energia vitale dirompente che sprigiona anche solo nel compiere pochi movimento di riscaldamento. In una Juve che fatica a trovare i giusti ritmi, Baldo, vercellese col calcio nel sangue, è trascinatore ed esempio. E' il tipico giocatore di sostanza, della cui assenza ti rendi conto solo quando non c'è. Si piazza là dietro e, un po' randellando, un po' ragionando, tappa le falle, imposta, ricuce, qualche volta conclude anche (chiude con dieci reti all'attivo). Con Locatelli forma una coppia estremamente ben assortita. Lui più difensivo e concreto, Ugo più offensivo e godibile. Lavora per due, concedendo al collega-amico la possibilità di divagare in punta di bulloni. Alla fine della sua carriera in bianconero mette insieme ben 359 presenze, intrise di sudore e di passione. Non sono molti i giocatori che siano riusciti a fare meglio, pochi hanno dato di più.


LA "STORIA" DEL 1942

In pieno regime fascista, con "Roma caput mundi", il titolo va, un po' a sorpresa e un po' no, alla Roma. La squadra capitolina è obiettivamene forte di campioni quali Masetti, Krieziu, Amadei, Coscia, Pantò, ma, altrettanto obiettivamente, gode di grande considerazione tra gli... addetti ai lavori. Il Toro, comunque, è secondo ed è ormai pronto a imporre al campionato italiano la propria egemonia. La Coppa Italia va alla Juventus, sempre forte di giocatori come Foni, Rava, Depetrini, Parola, Locatelli e l'eterno Varglien II, ma Torino sta per diventare granata! Palermo, Napoli, Cagliari, Taranto, Genova, Torino, Milano subiscono i bombardamenti alleati. El Alamein e Stalingrado segnano l'esito della guerra.

(Palla al Triso)

 


domenica 28 aprile 2024

Dalla D alla Terza Categoria: che succede


 

Siamo quasi agli sgoccioli della stagione, vediamo la situazione campionato per campionato.

SERIE D

Mezzo miracolo della Vogherese, che pareggia col Varese, ma il Derthona risponde con un miracolo completo espugnando Alba: ora, a novanta minuti dal termine, i leoncelli sono un punto sopra la zona pericolosa.

ECCELLENZA

Male le alessandrine: sconfitta in casa la Valenzana dalla Giovanile Centallo, che punta ancora la zona play-off, mentre l'Acqui perde a Cuneo. Anche qui mancano solo più novanta minuti. Serviranno alla Valenzana per rimanere nei play-off e all'Acqui per sperare di rientrarci.

PROMOZIONE

Ha staccato la spina l'Ovadese di mister Carosio, sconfitta dalla derelitta Atletico Torino, mentre la zona play-off parla alessandrino: oltre alla Santostefanese sono praticamente sicure di giocarseli Arquatese, Novese e Castellazzo. Triste la posizione del Felizzano, ultimo e staccato di quattro punti a due giornate dalla fine.

PRIMA CATEGORIA

Già decisa da domenica scorsa la promozione dell'Asca, ormai è certificato che la Frugarolese salterà il primo turno dei play-off (vantaggio enorme sulla quinta), resta in ballo lo scontro tra terza e quarta: al Costigliole basterà un pareggio domenica (in casa con l'Aurora Canottieri) per staccare la Capriatese ed evitare pure lei il primo confronto. In coda retrocessione matematica per il Moncalvo, mentre Tassarolo, Cassano, Aurora e Fortitudo sono "indagate" di play-out, l'unica che potrebbe ancora scivolarci dentro è l'Europa, a cui però basterebbe un pareggio sul proprio campo domenica prossima

SECONDA CATEGORIA

Un verdetto sicuro: Cassine retrocesso. Nello scontro diretto la Vignolese ha sbancato il "Peverati" condannando i grigi. Saranno i borberini e il Calliano a scontrarsi per rimanere in categoria. In testa invece gli ultimi novanta minuti stabiliranno il nome della squadra promossa: un punto separa Solero e Viguzzolese, match-ball per i solerini. Play-off già certi per la squadra che arriverà seconda e per Spinettese, Casalnoceto e Castelnovese.

TERZA CATEGORIA

Lerma sempre in fuga nella poule promozione: mancano sei punti e ne ha quattro di vantaggio sul Pro Molare, quasi fatta. Per il torneo Delegazione lotta a tre tra Bergamasco, Cabella e Bistagno Valle Bormida.

(Palla al Triso)

Con Fisioanalysis Maedica per parlare di calcio e comunicazione

 

Roberto Adamo, Alberto Merlo, Luca Pellegrini, Fabio Nobili: quattro allenatori che hanno guidato dalla panchina squadre importanti del panorama calcistico provinciale e regionale discuteranno, si confronteranno, interagiranno col pubblico in un incontro che si terrà lunedì 29 aprile, a partire dalle 20.45 al Centro FisioAnalysis Maedica, di Luigi Di Filippo, in Via Piave 87, in Alessandria.

Si affronterà il delicatissimo tema della 'comunicazione nel calcio moderno: la leadership e la motivazione' in un format innovativo, un vero e proprio dibattitto tra 'addetti ai lavori e pubblico', in modo da far trasformare l’incontro in un momento di crescita professionale e personale.

Il filo conduttore sarà chiaramente il calcio, sport che da sempre attira la maggioranza degli sportivi in tutte le sue categorie e verranno trattati i temi della comunicazione nel calcio moderno con particolare attenzione agli stimoli e alle motivazioni che oggi muovono le decisioni che ruotano attorno a questo sport. I protagonisti della serata saranno allenatori e tecnici, attori della scena calcistica della provincia alessandrina in un confronto diretto e aperto in cui esperti e pubblico interagiranno insieme.

Un appuntamento che non è possibile saltare!
 
(Palla al Triso)



Juvecentus: 1941 - Quarantacinquesima puntata

 


Carlo Parola

Il senso del mito lo testimonia il fatto che il simbolo delle figurine Panini, una vera e propria istituzione dell'editoria calcistica dal 1960 a oggi, sia rappresentato da un calciatore che colpisce in "sforbiciata". Quel calciatore, o almeno chi ha... fatto da modello per quel disegno, è Carlo Parola, uno dei più forti ed eleganti centromediani che la Juve, l'Italia, il calcio, abbiano mai avuto. Torinese purosangue, Carletto viene scoperto in una squadretta del Dopolavoro Fiat e immediatamente proposto alle grandi platee. Non è mai stato nè un lottatore, nè un picchiatore, riuscendo ad arrivare un attimo prima, con l'intelligenza, laddove non riescono ad arrivare gli altri. Viene chiamato "Carletto l'Europeo", perchè conquista tutti i buongustai del calcio in una partita con il Resto d'Europa disputata a Glasgow (10 maggio '47), in cui, unico italiano in campo, dà prova di tutta la sua immensa classe. E' tanto grande che il Chelsea (la storia, anche nel calcio, vive di corsi e ricorsi) gli offre 35 milioni, per un ingaggio, all'epoca, favoloso. Rifiuta: vuole continuare a vincere con la sua Juve, che guida con successo (e con scudetto) anche da mister.


LA "STORIA" DEL 1941

Mentre il Bologna domina ancora in campionato, vincendo netto sull'Ambrosiana e consacrando re del gol il proprio trascinatore "testina d'oro" Puricelli, la Coppa Italia offre una grande sorpresa. Se l'aggiudica infatti una "forza nuova" del calcio italiano: il Venezia. A dir la verità, tanto sorpresa non è, perchè una squadra che può allineare tra le sue file giocatori del calibro di Ezio Loik e Valentino Mazzola è sicuramente da tenere nella massima considerazione. Sono proprio le due mezzeali che trascinano i lagunari a un alloro che resterà unico nella storia della società. Intanto la follia umana vive le vicende di Tobruk, Capo Matapan, Amba Alagi, Pearl Harbor...

(Palla al Triso)

 


sabato 27 aprile 2024

Accademia Portieri a lezione da Luca De Prà


 

L'appuntamento è per lunedì 29 aprile, a partire dalle 17, sul campo di Via Monteverde 28, quello della chiesa del Cuore immacolato di Maria.

Ad accogliere tutti: piccoli e grandi atleti, sportivi, genitori o semplicemente curiosi, ci saranno gli istruttori dell'Accademia Alessandria Portieri, guidati da Corrado D'Ettorre e Andrea Giacobbe, che avranno con loro Luca De Prà, il responsabile dell'Area Portieri del Genoa, società con la quale l'Accademia ha dato vita a un importante rapporto di collaborazione.

Sarà una bellissima occasione per i ragazzi che partecipano ai percorsi formativi dell'Associazione per confrontarsi anche con i massimi protagonisti del panorama calcistico nazionale e, anche per gli stessi istruttori per apprendere nozioni e forme di preparazione moderne e a livello dei canoni più aggiornati.

Occasione che potrà essere molto utile anche per chi volesse avvicinarsi alle dinamiche del ruolo attraverso un primo contatto con chi ne conosce profondamente le regole e le dinamiche.

(Palla al Triso)   

Licenza D, en plein di promossi!


 

(Nella foto: Mister Franco Melani e Mirko Russo)

Si è chiuso nel migliore dei modi il corso Licenza D per allenatori che si è tenuto in Alessandria a partire da dicembre e che ha "diplomato" tutti i 40 partecipanti iscritti.

Grazie al conseguimento di questa licenza ora i neo mister avranno facoltà di allenare formazioni a partire dalla categoria Juniores sino al campionato di Eccellenza, mentre coloro che erano già in possesso del diploma Uefa C, grazie a questo ulteriore tassello potranno guidare squadre a partire dai più piccoli dei Primi Calci sino alla Serie D.

Inutile dire quale sia la soddisfazione del presidente provinciale dell'AIAC, Mirko Russo, che ha voluto fermamente la realizzazione di questo momento formativo e ne ha seguito passo per passo ogni appuntamento. "Il successo di questo corso arriva a dare ulteriore testimonianza del buon lavoro che in questi ultimi anni l'AIAC sta portando avanti sul territorio. Stiamo crescendo in numeri e in qualità degli interpreti e non abbiamo intenzione di fermarci qui. Se la Federazione asseconda le nostre richieste contiamo di riproporre già fin dal prossimo settembre nuovamente un Uefa C. Abbiamo già più di una sessantina di richieste di partecipazione, a conferma di un territorio con grande voglia di fare!"

Ad avallare i desideri e i progetti di Russo arriva puntuale il placet di Franco Melani, coordinatore dei corsi FIGC gestiti dall'AIAC, punto di riferimento federale per la formazione degli allenatori: "I 40 partecipanti hanno vissuto questi mesi con grande determinazione e voglia di apprendere. Il risultato finale (non così scontato, in altre province si sono registrate bocciature, ndr) è la logica conseguenza di questo loro impegno. Sono molto soddisfatto del lavoro che abbiamo svolto e... se a settembre mi diranno di tornare ad Alessandria lo farò volentieri. Ormai con Mirko qui sono di casa!"

(Palla al Triso) 

Juvecentus: 1940 - Quarantaquattresima puntata

 


Guglielmo Gabetto

E' stato il primo giocatore di calcio (di una lunga serie) che, per un'eleganza di gioco sopraffina, abbinata indissolubilmente a un aplomb indiscutibile anche fuori dal terreno di gioco, si sia meritato il nomignolo di "Barone". Gabetto è sempre ricordato come uno dei più grandi attaccanti della storia del calcio. Sempre puntuale sotto rete, abilissimo nel "costruire" l'azione anche per i compagni, superlativo in acrobazia, tanto che un particolare tipo di rovesciata prende il suo nome, mette a segno più di ottanta reti prima di andare incontro a un destino crudele. Bomber acclamato della Juve, a seguito di un banale litigio con alcuni dirigenti, accetta, quasi per senso di rivalsa, le proposte del Torino, che sta costruendo la squadra della leggenda. Conquista anche i cuori dei tifosi granata, formando con Mazzola una coppia gol terrificante, prima di scomparire nel plumbeo cielo di Superga. Quella testa, sempre doverosamente impomatata di brillantina (la moda ha le sue regole), fa capolino solamente sulle cartoline ricordo. Un ricordo incancellabile.


LA "STORIA" DEL 1940

La vera storia si sta scrivendo su altri campi, ma, per ora, il calcio continua a sopravvivere. E, per la verità, lo fa alla grande. Con un campionato avvincente fino all'ultimo e vinto dall'Ambrosiana sul Bologna e sulla Juve. Con una Coppa Italia che vede ai nastri di partenza ben 155 squadre (record di sempre!) e che la Fiorentina fa sua. Una novità importante: per la prima volta sulle maglie dei giocatori appaiono i numeri, un modo per capire meglio cosa succeda in campo e per mitizzare, anche attraverso un numero, i propri idoli. Il 19 ottobre è una data molto triste: nel corso di una partita tra vecchie glorie muore Umberto Caligaris. Il suo cuore non regge allo sforzo e quando spira, in un letto d'ospedale, ha ancora addosso la sua maglia bianconera.

(Palla al Triso)


venerdì 26 aprile 2024

Risultati delle Giovanili della provincia


 

Un metà settimana denso di calcio quello che è appena passato. In programma, infatti, c'era il primo turno delle finali regionali delle categorie Under 15, Under 17 e Under 19, oltre alle sfide del Torneo delle Delegazioni per le Rappresentative provinciali Under 14.

Dell'Under 14 alessandrina (e della sconfitta per 0 a 2 contro Asti) abbiamo già parlato e, in attesa della seconda giornata di sfide, che metterà i ragazzi di Bianchini di fronte alla formazione A di Torino, annoveriamo solamente i risultati delle altre partite: nel Girone A, Verbania-Biella 0-1 e Vercelli-Novara 2-3; nel girone B, Asti-Alessandria 2-0 e Torino A-Cuneo 3-2; nel girone C Ivrea-Aosta 2-0 e Torino B-Pinerolo 5.1.

Risultati alterni per le formazioni alessandrine impegnate nei Top Tournements delle categorie Under 19, 17 e 15.

Per quanto riguarda gli Under 19, chiamati a una partita secca di qualificazione, Acqui ha ceduto per 3 a 0 di fronte alla Giovanile Centallo, che va quindi in semifinale.

Nell'Under 17, buon pareggio esterno per i bianchi termali a Chieri (1 a 1), mentre il Derthona ha avuto la peggio con il Chisola (0 a 5).

Infine gli Under 15, con i leoncelli che invece di fronte al Chisola strappano un buon 1 a 1, mentre l'Acqui esce sconfitto (3 a 1) dal confronto con l'Asti.

(Palla al Triso)

Whiteside: gioventù e faccia tosta!


 

Quando il Commissario Tecnico dell'Irlanda del Nord, Bingham, mandò in campo la formazione che affrontò la Jugoslavia ai Mondiali del 1982 in Spagna, fece una scelta che entrò nella storia.

A completare il trio d'attacco dei biancoverdi, insieme a Armstrong e Hamilton, inserì un ragazzino ancora minorenne che i diciassette anni li aveva compiuti da soli quaranta giorni: Norman Whiteside, il calciatore più giovane che abbia mai giocato in un Mondiale.

Era il 17 giugno 1982: fischio d'inizo alle 21 e si giocava all Romareda di Saragozza. Gli slavi erano guidati da Susic, Pantelic e Surjak, mentre tra i britannici brillavano Jennings, Chris Nicholl, O'Neill, Mc Ilroy e quel ragazzino dalla faccia impertinente e dal carattere fumantino si buttò nella mischia senza alcun timore, senza particolare timidezza. D'altronde, era cresciuto a Shankill, quartiere povero di Belfast dove la vita ti fa crescere in fretta: lui era cresciuto e i compagni di squadra lo avevano ribattezzato "Shankill skinhead", il teppista di Skinhead.

La partita si chiuse con un noioso 0 a 0: unico squillo degno di nota da segnalare nei cartellini: al 62° l'ammonizione del... teppista!

(Palla al Triso)


Juvecentus: 1939 - Quarantatreesima puntata


Felice Placido Borel

Generalmente ai grandi bomber, rapaci delle aree di rigore, sono sempre stati cuciti addosso dei soprannomi in grado di evocare un senso di paura e di terrore: "Rombo di Tuono", "Gengis Khan", "Veleno". Il primo juventino capace di scrivere il proprio nome al vertice della classifica dei cannonieri va decisamente controcorrente: "Farfallino". Borel arriva con l'astuzia e la malizia laddove i goleador più acclamati arrivano con la forza e la potenza. Il suo gioco è tutto uno svolazzo, tanto lieve e soave da guadagnarsi un "apelido" così etereo. D'altronde già uno che di nome si chiama Felice Placido non può spaventare più di tanto! Eppure nei pressi del portiere, sa trasformarsi in un cobra mortifero, letale. Realizza 140 gol in campionato, prima di farsi apprezzare anche come allenatore. E' uno dei giocatori più amati della storia della Juve, per la sua classe e per la grana fina dei suoi gol. I tifosi bianconeri gli perdonano tutto: anche il fatto di essere cresciuto nei Balon Boys e di aver disputato un campionato in maglia granata. Sanno che la Juve ce l'aveva nel cuore.


LA "STORIA" DEL 1939

Il 13 maggio, a San Siro, si gioca Italia-Inghilterra, "la" partita per chiunque ami il calcio. Per gli azzurri è sempre stato un incontro stregato e lo sarà per altri decenni ancora. Ma quel giorno agli inglesi la combiniamo bella! Lawton apre le marcature al 19°, Biavati pareggia a inizio ripresa. Corre il 64° quando una palla spiove in area: Piola tenta la rovesciata ma sbaglia tempo e misura, colpendo con la mano: la palla scivola in rete e l'arbitro tedesco Bauwens convalida. Pareggerà ancora Hall, ma che beffa per i maestri! Lo scudetto torna a Bologna, primo su un Torino che continua a crescere e a porre le basi del proprio dominio futuro. L'Ambrosiana si consola con la sua prima Coppa Italia.

(Palla al Triso)


giovedì 25 aprile 2024

Under 14, esordio amaro


 

Giornata veramente storta per la Rappresentativa Provinciale Under 14, opposta oggi pomeriggio al Bosia di Asti ai pari età astigiani. Passati in svantaggio alla prima azione dell'incontro, grazie alla segnatura di Furlanetto, spauracchio dei rossi astigiani, capace di mettere a segno decine di reti a livello di campionati regionali, i ragazzi di mister Bianchini hanno poi dominato tutta la frazione, andando spesso alla conclusione ma fallendo, in almeno quattro casi, occasioni clamorose. Identico l'approccio al secondo tempo, con gli astigiani in rete subito al primo affondo per il 2 a 0. A questo punto però la reazione dei verdi alessandrini è stata confusa, poco incisiva, fondata su tentativi personali regolarmente resi vani dalla difesa dei padroni di casa.

Restano i due appuntamenti del 1° maggio (a Castellazzo contro Torino) e del 15 maggio (ancora al Bosia di Asti contro Cuneo): si vanno ad affrontare quelle che possono essere considerate le "corazzate" del girone. Speriamo con maggior fortuna.

Under 14 Alessandria: Traverso, Costanzo, Armanu (15' st Puleo), De Leonardis, Di Leo, Allemani (33' Mezgouri), Bustos (32' st Neuredin), Lipari (15' st Zago), La Rosa (21' st Sorrentino), Abbate, Ravetti. A disposizione: Cozzo, Palamone, El Harkati e Taverna.

(Palla al Triso)

 

Hellström, uomo vero

 


Ronnie Hellström è il portiere della Svezia che ai Mondiali del 1970, in Messico, nel corso della sfida all'Italia prevista nel girone di qualificazione, venne "uccellato" dalla ciabattata di Domenghini da fuori area che permise agli Azzurri di proseguire l'avventura che li porterà sino alla finale dell'Azteca. Nel 1978, divenuto portiere dei tedeschi del Kaiserlslautern, è ancora nei ranghi della nazionale gialloblu e si rende protagonista di un gesto coraggioso e che ne testimonia la grandezza morale. Tra tutti i 342 calciatori partecipanti a quel Mondiale... di regime, caratterizzato dalla dura repressione militare che regna nel paese sudamericano, è l'unico che abbia la forza d'animo di partecipare alla manifestazione di protesta messa in atto di fronte alla Casa Rosada, sede del potere argentino, dalle "Madres de Plaza de Mayo". Tra tutte quelle donne che non avevano più lacrime per piangere i propri cari scomparsi, emergeva quel lungagnone biondo che non trovò altre parole per giustificare il suo gesto: "Era un obbligo della mia coscienza!"

(Palla al Triso) 

Juvecentus: 1938 - Quarantaduesima puntata


Pietro Rava

Diversi in tutto, Foni e Rava. Il primo di origini quasi aristrocratiche, il secondo figlio del capostazione di Porta Susa. Il primo laureato, il secondo geometra a fatcica. Il primo dotato di classe sopraffina, il secondo irruente e ciclonico. Il primo correttissimo, il secondo sempre a caccia di guai. Tanto diversi da formare, messi insieme, una coppia perfetta. A vederlo, Pierone Rava, sembra il più docile degli uomini. Ma, si sa, l'apparenza inganna. E' una testolina delle più difficili. Arriva addirittura a mandare a quel paese il ferreo barone Mazzonis: si rifiuta di alzargli lo stipendio ("a lui, campione del mondo!") e anzi lo richiama a un maggior impegno; nessun problema: si toglie maglia e scarpe e, rivolto al burbero dirigente prorompe con un clamoroso "Allora giochi lei!" Quell'anno, manco a dirlo, non gioca molto. Un altro fatto emblematico di un carattere forte è rappresentato dal pugno in faccia tirato al nerazzurro Quaresima, nell'ottobre del '47. Tre giornate di squalifica. Rava avrebbe potuto totalizzare molte più presenze!

 

LA "STORIA" DEL 1938

Anche fuori dai patrii confini la Nazionale azzurra trionfa. Olivieri, Foni, Rava, Serantoni, Andreolo, Locatelli, Biavati, Meazza, Piola, Ferrari, Colaussi: sono gli undici campioni del mondo di Francia. 2 a 1 alla Norvegia, 3 a 1 ai padroni di casa transalpini, 2 a 1 a uno spocchioso Brasile e 4 a 2, in finale, su una grande Ungheria e, per la seconda volta consecutiva, siamo i migliori del mondo. In Italia domina l'Ambrosiana, trascinata dal suo goleador "Balilla" Meazza, dall'ottimo Locatelli, da Ferrari, che dopo cinque scudetti in bianconero va a mietere vittorie altrove. La Juve si aggiudica la sua prima Coppa Italia.

(Palla al Triso)

 


mercoledì 24 aprile 2024

Il nostro calcio: Luca Carosio, Mister Ovadese


Questa sarà una puntata che profuma di vittoria perchè il nostro ospite di oggi è un allenatore che, giovanissimo, ha compiuto un'impresa importante e ha vinto un campionato, quello di Promozione, e ha portato l'Ovadese in Eccellenza e sta vivendo veramente un momento magico. Luca Carosio, parlaci di questa annata meravigliosa!

Mi fa molto piacere essere ospite oggi: non sono molto abituato a fare queste cose e vorrei prenderci l'abitudine! Sto ancora godendomela adesso! Un'annata strepitosa, con la società avevamo previsto un salto di categoria in tre anni, ce l'abbiamo fatta in due e siamo ovviamente più che felici. Ora sono già... pronto sul pezzo, perchè il prossimo anno in Eccellenza sarà tosta e devo mettermi subito a lavorare, per vedere di migliorare prima di tutto me stesso e poi programmare.

Avete anticipato i tempi, quindi, ma a inizio stagione avevate già qualche sensazione positiva che potesse far pensare che i tempi fossero già maturi?

A rischio di sembrare presuntuosi posso confessare che quando abbiamo cominciato a inserire qualche nuovo innesto sull'intelaiatura dell'anno prima pensavamo già che ci fossero buone prospettive. Ci credevamo, ma sicuramente non di farlo in un modo così... dominante. Avevamo la speranza di lottarcela fino alla fine, invece a un mese dalla chiusura siamo già promossi. Un filotto di 26 partite senza sconfitte era al di là di ogni più rosea previsione.

Quando però hai avuto la sensazione che potevate farcela?

A fine andata abbiamo fatto un'amichevole contro l'Asca, in cui abbiamo giocato malissimo e abbiamo perso male. L'Asca si è dimostrata una squadra molto forte, ma non abbiamo cercato alibi. Abbiamo iniziato il ritorno e vedevo negli occhi dei ragazzi uno sguardo ancora più convinto: nelle prime undici partite abbiamo inanellato 10 vittorie e un pareggio. Mi rendevo conto che era scattato qualcosa, in partita ma anche in allenamento: c'era più consapevolezza di essere vincenti. Quella delusione è stata interpretata in maniera positiva, ci ha dato ulteriore spinta e convinzione delle nostre possibilità. Tutte le componenti ne hanno preso coscienza: squadra e società.

Una squadra che avete incominciato a impostare a giugno, ma quali erano le caratteristiche che andavate a cercare nei giocatori?

Il primo aspetto quello umano, fondamentale! Io credo nella famiglia, nella bicchierata, nei momenti che "costruiscono". Abbiamo cercato uomini, prima ancora che buoni calciatori. Ragazzi a cui piace lavorare, che sanno essere umili: caratteristiche che dovrebbero essere considerate normalità. Ecco, questa normalità è stata la nostra forza.

In questo contesto da favola felice, c'è stato qualche momento di amarezza, di delusione, nel quale hai pensato: "Stiamo sbagliando qualcosa"?

Io credo molto in me stesso. Più che delusioni si è trattato di dettagli che richiedevano un miglioramento. Faccio qualche esempio: abbiamo giocato tutta la stagione a Castelletto, non a casa nostra; qualche volta il riscaldamento non funzionava; qualche pallone sgonfio: ma se si capisce che sono momenti che vanno superati la delusione si trasforma in spinta.

Sei molto giovane, un ginocchio ti ha impedito di giocare più a lungo e sei diventato presto allenatore. Probabilmente in squadra avrai anche qualche ragazzo più vecchio di te...

Certo, Vasile Feraru il centrale, il capitano, il portiere... ma sono abituato anche sul mio lavoro a gestire persone ben più anziane di me. L'età conta ma dipende molto da quali sono le esperienze che ti sei fatto nella vita.

Soddisfatto completamente di tutti i tuoi ragazzi?

Purtroppo a settembre siamo stati costretti a lasciar liberi due ragazzi che davano l'impressione di potere in qualche modo bloccare l'ingranaggio che stavamo mettendo in moto. Ci è dispiaciuto, ma abbiamo preferito intervenire subito.

Ancora tre giornate alla fine e poi... si riparte!

Chiudiamo questa stagione nel migliore dei modi, iniziando tutti, a cominciare da me e dal mio staff, a "vivere" in Eccellenza. Siamo di fronte a un passaggio importante di crescita. Dobbiamo pensare da giocatori, io non più da imprenditore ma da mister, perchè le realtà calcistiche che andremo a incontrare in Eccellenza sono "mentalmente" professioniste. Curare i dettagli, capire cosa vuol dire stare in questa... Serie A dei dilettanti. Spero di tornare qui, perchè vorrebbe dire che con il mio gruppo e con i miei ragazzi sarò riuscito a fare ancora qualcosa di buono!

Considerati già invitato!

(Palla al Triso)

 

Piatti particolarmente "energetici"


 

Forse non c'era piena fiducia nei cuochi inglesi, sta di fatto che diverse nazionali affrontarono la trasferta per i Mondiali del 1966 in terra d'Albione con scorte di cibo impressionanti e particolarmente variegate. Ogni paese tentò di essere il più fedele possibile alle proprie abitudini nutritive, riempiendo i frigoriferi delle sedi di ritiro di prodotti particolarmente caratteristici.

E se in quelli italiani non potevano mancare gli spaghetti, il carburante dei giocatori portoghesi venne identificato dai nutrizionisti lusitani in diverse casse di baccalà e in centinaia di bottiglie di Porto e di Madeira, che avrebbero fatto gola a qualsiasi buongustaio enologico. I nord coreani trovarono invece energie insospettabili e tali da risultare "indigeste" ai nostr poveri azzurri, nei loro abituali fagioli di soia e fagioli mungo, gelatine d'amido di granaglie, vino di miglio, minestre di taro, salse di cavolo fermentate e salse piccanti agliate: piatti al limite del doping!

(Palla al Triso)

Juvecentus: 1937 - Quarantunesima puntata

 


Alfredo Foni

Alfredo Foni, o meglio, il dottor Alfredo Foni, unico giocatore laureato dell'intera Serie A (con Bernardini), in tempi in cui molti protagonisti del mondo dello sport sono ancora fermi alle più banali frasi infarcite di termini dialettali. Sta andando in solaio la grande coppia di terzini Rosetta-Caligaris e subito la Juve ne sforna un'altra, altrettanto grande e famosa: Foni-Rava. Foni è un friulano di grande tempra. Forte, tecnico, corretto, robusto: tutte caratteristiche che gli permettono di inanellare 229 partite consecutive in campionato, un record incredibile. E sarebbe andato oltre, il dottor Foni se, a fermarlo, non giungesse una cartolina precetto che, in quei tempi avventurati (gennaio del '43), lo chiama a imbracciare il fucile. Tornato dal fronte diviene allenatore di grido, guidando squadra in Italia e fuori: tra le più famose i nerazzurri milanesi e, addirittura, la Nazionale azzurra.

 

LA "STORIA" DEL 1937

E' il Bologna degli Andreolo, dei Biavati, dei Sansone, dei Fedullo, quello che fa dire che... così si gioca solo in Paradiso!" E vince il suo secondo scudetto consecutivo. Il Toro è terzo, la Juve quinta, Novara e Alessandria retrocedono: non tira aria buona per il vecchio Piemonte. Il re dei cannonieri è il laziale Piola, autore in carriera di caterve di reti ma solo due volte super bomber e mai campione d'Italia. La Coppa Italia se l'aggiudica il Genova 1893 (come per l'Ambrosiana anche per il Genoa vale la regola autarchica di regime), che schiera in porta Manlio Bacigalupo, fratello di quel Valerio che sarà portiere del Grande Torino.

(Palla al Triso)

 

 


martedì 23 aprile 2024

Grigi 2024-25: partenza ad handicap


 

Messo ormai quasi definitivamente alle spalle l'anno più tragi-comico della pluricentennale storia grigia, ci stiamo preparando a quella che, nella migliore delle ipotesi, sarà l'anno prossimo una bella annata da giocare sui rispettabilissimi campi dei dilettanti.

Ma considerando che noi siamo l'Alessandria e che non vogliamo approfittare dei privilegi che giustamente dovrebbero arridere a coloro che hanno alle proprie spalle una storia gloriosa, fatta di campionati di Serie A e giocatori che divennero campioni del mondo, abbiamo deciso, già fin da subito di concedere un certo vantaggio alle nostre future antagoniste. Pertanto, al via della prossima stagione partiremo con l'handicap di sei punti!

Lo ha deciso il Tribunale Federale Nazionale che, accomunandoci all'altrettanto glorioso Brindisi, ha stabilito la penalizzazione dovuta a violazioni di natura amministrativa. Come se non bastasse, alle già pingue casse societario sono stati detratti 15.500 euro.

Un anno di inibizione e 1.500 euro di multa, invece, al presidente del Consiglio di Amministrazione e Amministratore Unico della società, Andrea Molinaro.

Chi ben comincia...

(Palla al Triso) 

FormAzione Allenatori a Casalnoceto: edizione 2024

(Nella foto: un'immagine dell'edizione 2023) E' stato defintivamente ufficializzato il programma dell'edizione 2024 dell'...