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giovedì 23 maggio 2024

Juvecentus: 1966 - Settantesima puntata


 

Roberto Anzolin

Il destino nel nome. Il veneto Anzolin, piccolo angelo lo è davvero. Quando vola da un palo all'altro per difendere la porta della Juventus. Quando salva la squadra con le sue parate il più delle volte semplici, essenziali ma che danno sicurezza a tutto il pacchetto difensivo. Quando viene guardato con ammirazione dalle tifose per quel suo faccino pulito, da... angelo, appunto! Sa mantenersi sempre freddo, nella migliore tradizione bianconera: "Il mio compito è parare, non fare bella figura" e così riesce a ottenere entrambe le cose, dall'alto di una classe fatta di semplicità e di estrema praticità. Gioca in una Juve mai veramente grande e in un periodo in cui spadroneggiano i Buffon, i Ghezzi, i Negri e infine gli Albertosi, per cui le porte della Nazionale rimangono per lui sempre chiuse. Solo una volta, in amichevole, entra nel secondo tempo per gustare la soddisfazione della maglia azzurra. Un messicano batte un calcio d'angolo, con palla sul primo palo. Anzolin la blocca con una mano sola: troppo facile.

 

LA "STORIA" DEL 1966

L'anno dei Mondiali inglesi ridimensiona il calcio italiano. Mazzola e compagni restano sempre leader in patria ma escono di scena in Europa, dove torna ai vertici il Real Madrid. La Coppa Italia va alla Fiorentina e il titolo dei bomber a un attaccante "nuovo", Vinicio, centravanti di un Vicenza rivelazione. Resta la magra consolazione della vittoria in Mitropa Cup della Fiorentina, in finale sul Jednota Trencin (ma è una cosa seria?) Vorremmo evitare di scrivere le restanti righe. Ce lo impone il dovere di cronaca. Ai Mondiali inglesi tocchiamo il fondo, uscendo al primo turno eliminati da una grande potenza calcistica: la Corea del Nord! Pak Doo Ik, militare per necessità, centravanti per passione, vive la sua grande giornata. E saranno pomodori...

(Palla al Triso)

 


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