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sabato 1 giugno 2024

Juvecentus: 1975 - Settantanovesima puntata


 

Fabio Capello

Resterà sempre il dilemma: è stato più grande il Capello calciatore, 165 presenze nella Juve, 27 gol, regista con la bussola nel piede, capace di dirigere il traffico di centrocampo con grande senso geometrico, anche buon incontrista nonostante una velocità di base non elevatissima, freddo e determinato sotto rete, oppure ricorderemo tutti con maggiore rispetto il Capello allenatore, inventato come tale da Berlusconi, presentato agli esordi come "yesman" del dottore di Arcore, e invece in grado di vincere cinque campionati su sei dalla panchina (4 con il Milan, uno nell'esordio spagnolo col mitico Real Madrid) e di gestire fior di campioni dal carattere forte, imponendo loro addirittura il turn over? Probabilmente neppure Amleto riuscirebbe a risolvere un dubbio così atroce! Minimo comune denominatore di entrambe le esperienze, di sicuro, sta nell'intelligenza del Capello uomo, un grande. Nella storia, comunque, lui c'è: la prima vittoria azzurra a Wembley, nella tana dei maestri inglesi, porta la sua firma. Gol di Capello all'86°. 

 

LA "STORIA" DEL 1975

Come tutte le stagioni post mondiali, anche questa si rivela essere un'annata scialba e senza grosse novità. La Juventus, alla cui guida riappare Carletto Parola, si assicura il suo sedicesimo scudetto, dopo uno scontro testa a testa con il Napoli deciso da un gol di Altafini, "core 'ngrato". Due grandi del calcio italiano ottengono una delle poche soddisfazioni di una carriera grandissima: Antognoni porta la Fiorentina alla Coppa Italia, Paolino Pulici è re dei bomber. Il Bayern trionfa in Europa, con la Dinamo Kiev sorprendente regina in Coppa Coppe. La conquista di questo trofeo consente a Oleg Blochin di essere consacrato Pallone d'Oro. Stagione di transizione. 

(Palla al Triso)


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