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sabato 10 agosto 2024

Grigi: storia di momenti già vissuti


 

Il prologo al dramma lo si vive nel campionato 2001-2002, quando un'Alessandria per tutto il girone di andata dominante si sgretolò nel girone di ritorno, a favore di un assurdo recupero da parte del Prato e, venne incredibilmente surclassata dalla Sangiovannese nell'ultimo atto dei play-off. Promozione sfumata ma buoni prosositi da parte del sorridente presidente, Antonio Boiardi, "l'uomo delle videocassette", titolare della Logos, che produceva i video per la Gazzetta dello Sport.

Prima una campagna acquisti sontuosa, che prometteva sfracelli (tra gli altri Porrini e Biato), poi, giorno dopo giorno, la consapevolezza che i soldi non c'erano più e il giocattolo si sfascia. Ricordiamo i nomi di quei giorni: Piantoni, Caligaris, Londrosi...

Retrocessione sul campo, per la prima volta tra i Dilettanti, e il 13 agosto del 2003 la botta devastante: il Tribunale di Alessandria dichiara il fallimento dell'Alessandria Calcio, cancellando con un atto giudiziario quasi cento anni di storia.

Il torneo 2003-2004 ricomincia con una squadra che gioca in Eccellenza, si chiama Nuova Alessandria e veste una maglia bianco-grigia. Il livello è mediocre e, alla fine, un quasi indecoroso ottavo posto in classifica.

Nel campionato sucessivo, con mister Milani in panchina, ritorna la maglia grigia e si vince il campionato. Un primo posto che ci consegna la Serie D.

In quell'estate il presidente Sangiovanni cede le quote della società a Gianni Bianchi e dopo il nome Alessandria Calcio, torna anche il marchio.

Un alessandrino nuovamente alla guida della società. Un alessandrino carico di entusiasmo e passione che forse paga, nei primi approcci, proprio questo eccesso di entusiasmo e un pizzico di inesperienza.

Come sempre avviene in Alessandria (e come sta avvenendo regolarmente oggi), dilaga lo scetticismo, l'insoddisfazione, la critica fine a se stessa mai accompagnata da un impegno costruttivo che possa contribuire a rinascere. Anzi, il buon Bianchi viene insultato, minacciato, addirittura preso a pugni...

Ma non molla, non si arrende dopo un ottavo posto (Nicolini, Viassi e Della Bianchina ad alternarsi in panca) e un sesto (Tufano, Azzali) capisce quanto sia importante affidarsi a chi di quei campionati è a conoscenza dei segreti e delle più insondabili alchimie. Arrivano Braghin e Iacolino e di quei campionati dal 2007 al 2010 la storia la conoscete tutti.

Questa cronistoria vuole solamente porre l'accento su come e con quali aperture mentali debba inevitabilmente essere affrontato questo momento di particolare criticità della storia del club grigio.

Allora come oggi, se qualcuno di veramente alessandrino, non avesse offerto una possibilità concreta per... salvare la barca, il calcio in città sarebbe morto. Poi, magari avrebbe trovato altre strade per ricostruirsi un percorso ma, in quel momento specifico, non esistevano alternative. 

E grazie a quell'intervento (anche se poi un altro "buon" presidente venuto dalla Toscana fece di tutto per creare altri presupposti nefasti) abbiamo poi potuto intraprendere un percorso che ci ha riportati a una esaltante promozione in B, a semifinali di Coppa Italia e altre piccole/grandi soddisfazioni. Senza quell'atto di forza e di coraggio (toh, Forza e Coraggio) di Gianni Bianchi non sarebbe venuto tutto il resto.

Possiamo solo più chiederci: senza l'atto di forza, coraggio e amore per quella maglia grigia che hanno offerto oggi i protagonisti di questa "ripartenza" quale avrebbe potuto essere il futuro del calcio in Alessandria? Sarebbero state possibili altre alternative oppure il Mocca avrebbe chiuso per sempre i battenti?

Ricordo (perchè c'ero) quando per un'amichevole estiva nell'agosto del 2007 a Castellazzo si sprecavano gli insulti e le beffe ad Artico e compagni: a maggio 2008 tutto si trasformò in urla di gioia e giubilo. L'Alessandria era rinata veramente, la storia riavvolgeva il nastro.

E, come sempre, lo scettiscismo mandrogno si era miracolosamente trasformato in gaudio!

(Palla al Triso)  

 

 


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