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giovedì 2 maggio 2024

Il nostro calcio: Mattia Greco, Mister Asca


Ancora vittorie, dopo chi ha vinto con l'Ovadese oggi è il turno di chi ha vinto con l'Asca. Intanto, cominciamo a fare chiarezza. Chi è stato il Mattia Greco calciatore e chi è il Mattia Greco allenatore?

Sono due persone completamente diverse. Da calciatore a livello emotivo e agonistico ero molto vivace, sempre nervoso; da allenatore invece mi sono riscoperto doti maggiori di serenità, di tranquillità, riesco a nascondere le mie tensioni e i miei problemi con maggiore sicurezza.

In quali società si sono dipanate le tue due "vite"?

Come giocatore ho fatto tutta la trafila nelle giovanili dell'Alessandria, con un paio d'anni di esperienza nel settore giovanile della Juve, per poi tornare, ai tempi di mister Pruzzo. Calcisticamente la mia crescita a livello giovanile è stata principalmente quindi in grigio, poi Casale, Valenzana, Castellazzo, Aquanera, poi ancora qualche stagione con amici all'Arnuzzese, ancora Luese e Aurora con Roberto Adamo.

Visto che hai detto di avere due diverse personalità, quindi, questo era il dottor Jekill. Mister Hyde invece...

La mia esperienza da allenatore ha avuto inizio negli Amatori, perchè volevo capire se era una cosa  che mi poteva interessare e se ero capace di farlo. Confrontarmi con tanti caratteri diversi rappresentava una bella sfida. Mi è piaciuto e mi sono buttato. Grazie a Frascarolo alla Valenzana, poi Monica Canepa e Arturo Frattoni mi hanno dato la possibilità di allenare la Novese e ora Walter Berengan mi ha consegnato le chiavi dell'Asca. A queste persone devo tutto il mio grazie. Sono cresciuto con loro e comincio a essere un po' più maturo.

Ti sei messo alla prova, chiedendoti se potevi essere in grado di affrontare questo impegno: sono i risultati a garantire per te!

In particolare questo ultimo anno è stato importante. Un anno molto faticoso, sempre vissuto in alto ma con diverse squadre che avevano serie ambizioni di puntare a vincere. E' stata una crescita personale importante che mi ha dato consapevolezza nei miei mezzi. Sicuramente, però, devo ancora crescere tantissimo sotto tanti punti di vista.

Vista da fuori è stata una vittoria... senza dubbi. Siete andati in testa alla prima giornata, avete preso un vantaggio consistente e lo avete portato sino alla fine. Dominio incontrastato o avete avuto momenti di... difficoltà?

Alla ripresa del girone di ritorno se da un lato ci siamo resi conto di poter vincere il campionato, dall'altro avevo il dubbio su come potessero reagire i più giovani o quelli che non avevano mai vissuto esperienze di questo tipo. Mettici poi l'infortunio di qualche ragazzo "mentalmente" importante... Un pareggio con il Monferrato, un altro con l'Atletico Acqui hanno messo qualche dubbio, ma poi siamo ripartiti!

Pochi giorni fa hai raccontato che si è trattato di una stagione impostata sul desiderio di rivalsa...

Al primo contatto con l'Asca, l'estate scorsa, ho detto che avevo voglia, dopo aver fatto una buona stagione precedente, di mettermi alla prova. Ho avuto carta bianca e questo è stato il segnale che mi ha permesso di lavorare come volevo, prendendo gente che aveva voglia, come me, di mettersi in gioco.

Prospettive per la prossima stagione.

Sono stato chiaro con la società: io come allenatore voglio crescere, quindi non mi bastano progetti... al ribasso, del tipo "salviamoci e poi si vedrà". Dovremo valutare budget e tante altre situazioni. L'Asca è una società seria e solida, che sta crescendo molto in tutte le sue sfaccettature. Ora andiamo alla ricerca dei giovani che dovremo inserire in rosa, possibilmente magari riportando in Alessandria ragazzi che... sono in giro. Il lavoro non ci manca. Con impegno cercheremo di costruire il futuro.

(Palla al Triso)
 

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