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mercoledì 5 giugno 2024

Il nostro calcio: Maurizio Ammirata, Fossano Calcio


 

Ospite odierno de "Il nostro calcio", Maurizio Ammirata. Oggi si parla di una rincorsa verso una promozione che appare a un passo. Il tuo "matrimonio" col Fossano, sempre insieme ad Alberto Merlo, sta portando a risultati che a gennaio, quando avete preso le redini della squadra, non erano facilmente pronosticabili.

Il mio approccio al Fossano è avvenuto chiaramente grazie ad Alberto: è lui l'allenatore, responsabile della prima squadra, io sono il suo secondo...

Da sempre!

Da quando ho smesso di essere il diretto responsabile di una squadra, sette anni fa, mi sono legato a lui, che ritengo sia un allenatore veramente molto bravo, e lo sta dimostrando anche in questo frangente a Fossano. Abbiamo fatto una bella rincorsa! All'inizio del girone di ritorno, ai primi di gennaio, avevamo ben undici lunghezze di distacco dalla coppia Valenzana-Acqui, che allora guidavano la classifica e il Saluzzo era solo un punto sotto a loro. In effetti è stata una rincorsa pazzesca, in quindici partite ne abbiamo vinte tredici, pareggiata una e persa una sola, quasi subito all'inizio: paradossalmente è stato proprio quel punto che ci è mancato per arrivare almeno allo spareggio col Saluzzo. Abbiamo dovuto allungare la stagione e, finora, è andata bene: tre vittorie in tre gare, col play-off regionale contro l'Olmo Cuneo e poi la doppia sfida col Sandonà.

Ora vi aspetta il Ciliverghe, impresa possibile?

Sono fortissimi! Non ci sappiamo spiegare come non abbiano vinto direttamente il campionato. Ma anche noi siamo forti! Siamo molto simili. Il Fossano, come qualità di rosa, staff, strutture, è società da primo posto. Siamo una squadra di qualità; abbiamo ottimi cambi... Forse solo a Tortona, alcuni anni fa, abbiamo avuto a disposizione una qualità globale simile. E la cosa più positiva è che la qualità c'è in tutti i venti giocatori della rosa. Anche i giovani aggregati sono bravi, seguono le direttive, e questo è molto importante. La squadra c'è, è forte, forse la migliore del girone ma non sempre vincono i più forti e i punti lasciati per strada alla fine vengono rimpianti. Comunque quattordici risultati utili su quindici sono... tanta roba! Siamo alla finale nazionale: già esserci arrivati è fonte di grande soddisfazione.

L'andata nel bresciano e il ritorno in casa: può essere un vantaggio decidere tutto tra le mura amiche?

Col Sandonà abbiamo giocato la prima in casa: pronti e via perdevamo 1 a 0, con un uomo in meno, l'abbiamo ribaltata e siamo andati a vincerla 3 a 1. Al ritorno, in uno stadio veramente ostile, con pressioni forti da parte della tifoseria, abbiamo subìto anche qualche forma di "intimidazione" in campo, con un paio di fallacci, non puniti, al limite... del codice penale. Siamo stati bravi a mantenere la calma, anche dopo essere andati sotto con un gol viziato da un fallo che nove volte su dieci l'arbitro fischia. Sotto 1 a 0, in quell'ambientino, siamo stati veramente bravi a tenere i nervi saldi. Le scelte nei cambi operati dal mister si sono poi rivelate vincenti: Alberto ha questa capacità di leggere la partita e di interpretare le gare che sono caratteristica di pochi allenatori.

A metà ripresa sotto di un gol, col pericolo di subirne un altro e uscire di scena: com'era il clima in panchina?

Il mister era teso, anche perchè già fin dall'inizio era stato preso di mira dai tifosi avversari, ma tutti noi sappiamo quali siano le qualità di questo gruppo e dentro di noi sapevamo dove avremmo potuto arrivare. Io era tranquillissimo, anche se a un certo punto l'arbitro ha beccato nel mucchio di una panchina in tumulto e mi ha ammonito. Quando ci sono parapiglia e l'arbitro viene richiamato a intervenire qualcuno deve immolarsi per il bene comune! Avevamo comunque la consapevolezza che l'avremmo ribaltata. Onestamente non pensavo di vincerla, credevo in un pareggio e invece, proprio allo scadere l'abbiamo addirittura vinta. All'andata, invece, sotto di un gol e di un uomo, io ho scritto sul mio notes il risultato finale: 3 a 1!

In chiusura: Maurizio Ammirata su una panchina da primo allenatore?

No, perchè mi trovo benissimo con Alberto. Abbiamo dato vita a un'intesa importante e fare il secondo mi dà una serenità che negli ultimi anni avevo perso. Con lui riesco a essere me stesso, mi piace, lui mi concede lo spazio che mi piace avere. Sono soddisfatto. In un futuro, al limite, mi vedo più a fare il direttore tecnico di una giovanile a livello agonistico, magari tra una quindicina d'anni!

Auguri Maurizio, a te, ad Alberto e alla squadra per questo ultimo sprint!

(Palla al Triso)

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