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martedì 11 giugno 2024

Juvecentus: 1985 - Ottantanovesima puntata

 


 

Paolo Rossi

In tutto il mondo è conosciuto come Pablito, retaggio di due mondiali consecutivi giocati in terre di lingua spagnola che lo hanno visto assoluto protagonista. Prima in Argentina nel '78 e poi in Spagna nell'82. Rossi lascia tracce profonde nella storia del calcio. Due esperienze piene di gloria, anche se precedute da momenti non particolarmente felici. A Baires ci arriva dopo una querelle tra Vicenza e Juventus per il suo cartellino (resterà in Veneto dove, dopo essere stato capocannoniere, conoscerà l'onta della retrocessione); quando arriva a Madrid, invece, è reduce da due anni di squalifica a seguito del calcioscommesse, in cui si trova invischiato per ingenuità. In entrambi i casi reagisce alla grande, dimostrando di possedere le stimmate del fuoriclasse. Torna alla Juve, da dove era partito ai tempi della "Primavera", per 83 partite di campionato arricchite di 24 gol. Segna reti importanti, vince scudetti e alza al cielo coppe prestigiose ma il rapporto con la Signora non è mai contrassegnato da slanci entusiastici o da reciproche dimostrazioni di amore. Comunque, un grande.


LA "STORIA" DEL 1985

29 maggio: una data che avrebbe potuto essere la più amata dalle folle juventine, si trasforma nel ricordo più triste e sconvolgente della storia della società bianconera. A Bruxelles, nel piccolo e inadeguato stadio Heysel, si gioca Juve-Liverpool, atto finale di Coppa Campioni. I bianconeri, forti di un Platini ancora Pallone d'Oro e gran goleador, sentono di potercela fare. Succede il finimondo sugli spalti, con morti e feriti, travolti dalla furia di una massa di imbecilli pieni di birra. Si gioca per onor di firma e sarà una vittoria monca. Più bella e felice la finale di Intercontinentale: la Coppa, dopo un'eternità, torna in Europa, torna in Italia. Sul fronte nazionale, peraltro, stanno emergendo forze nuove e inattese: scudetto al Verona, Coppa alla Sampdoria.

(Palla al Triso)



 

 

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