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mercoledì 12 giugno 2024

Juvecentus: 1986 - Novantesima puntata


 

Gaetano Scirea

Una delle pagine più gloriose e al tempo stesso più amare di tutta la storia della Juve. Al cospetto di liberi quali Beckenbauer, Baresi, Passarella, Tresor, Krol, Gaetano Scirea è forse il migliore in assoluto per la modernità con cui sa interpretare il ruolo: una perfetta sintesi tecnico-tattica tra difesa e attacco. Perentorio e arcigno quando è il momento di alzare le barricate, geometrico, geniale e concreto quando è chiamato ad avanzare e, magari, anche a concludere l'azione. Nato centrocampista, deve forse a questa sua origine la propensione al gioco e non alla distruzione dell'azione avversaria fine a se stessa. Gioca e vive sempre in punta di piedi, senza mai alzare la voce, in perfetta simbiosi con il suo alter ego Zoff. Inscindibili, grandissimi. In campionato gioca 377 partite, vincendo scudetti e coppe. Quando decide di chiudere col calcio giocato passa alla panchina, sempre in armonia con Dino. Insieme guidano la loro Juve. Una trasferta in Polonia: Gay va a visionare gli avversari. Non tornerà più. E quando Ciotti, alla Domenica Sportiva, dà la notizia l'Italia intera piange.

 

LA "STORIA" DEL 1986

E' Platini l'uomo del destino. Prima viene in Italia e contribuisce a rifare grande la Juve e a regalarle quei trionfi europei e mondiali che le erano sempre mancati. Poi, si trasforma in... "boia" delle ultime speranze del grande gruppo bearzottiano, facendo fuori l'Italia dai Mondiali messicani e segnando la fine di un'era di grandi soddisfazioni azzurre. La Juve vince ancora lo scudetto (ma comincerà un periodo di carestia), la Roma la Coppa e Pruzzo torna lider maximo dei realizzatori. In Europa si toccano minimi "qualitativi" storici: fatta eccezione per il Real Madrid, che vince la Coppa Uefa, la Coppa Campioni e la SuperCoppa vanno alla Steaua Bucarest e la Coppa Coppe alla Dinamo Kiev, il cui centravanti Belanov è eletto Pallone d'Oro: sarà una meteora.

(Palla al Triso)


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